domenica 13 novembre 2016

14 novembre 2016

Anche se il termine è tutto fuorché scientifico, con l'espressione super Luna questa espressione si intende la coincidenza del plenilunio con il momento di massimo avvicinamento alla Terra (perigeo). Non è un evento raro (accade circa una volta all'anno) Ma il 14 novembre 2016, quando il nostro satellite entrerà nella fase di Luna piena circa un paio d'ore dopo il perigeo, gli amanti del cielo notturno potranno assistere a una super Luna ancora più "super".

Quando. Alle 12:24 ore italiane, infatti, la Luna si troverà alla minima distanza dalla Terra, 356.511 km. Poco meno di due ore e mezza più tardi, alle 14:52 ore italiane, il nostro satellite raggiungerà il culmine della fase di Luna piena.

Non solo si tratterà della Luna piena più vicina alla Terra del 2016, ma sarà anche la più grande Luna piena visibile da 70 anni: l'ultima così si è verificata nel 1948, e la prossima arriverà il 25 novembre 2034.

lunedì 7 novembre 2016

Miliardi di stelle

Miliardi di stelle scintillano lassù per sigillare ogni notte il nostro desiderio di infinito.
Fausto Gianfranceschi


ven, 11 novembre, – 22:00

L’avvento dell’autunno Con il mese di novembre abbiamo un numero notevole di ammassi e di galassie da poter osservare, grazie agli ultimi momenti di visibilità delle costellazioni estive ed al sorgere delle prime costellazioni che domineranno il cielo invernale.
MUSEO DI SCIENZE PLANETARIE ... Via Galcianese, 20/h 59100 Prato

costellazione del pegaso

STELLE VARIABILI NEL PEGASO


EE (21h 37,6m; +08° 57'): è una binaria ad eclisse col periodo di 2,63 giorni; varia tra 7,0 e 7,5.
AG (21h 48,6m; +12° 23'): è una variabile irregolare, tra 6,0 e 9,4, del tutto particolare; il suo spettro assomiglia a quello di P Cygni, vale a dire che presenta delle righe in emissione. Si classifica oggi tra le stelle "simbiotiche", dato che presenta una combinazione di due spettri, quello di una gigante rossa, fredda e quello di una stella Wolf-Rayet. Le osservazioni hanno mostrato che sino al 1922 si vedeva solo lo spettro di quest'ultima e gradatamente apparve poi quello d'una gigante rossa. Oggi si mettono in evidenza degli strati di gas in espansione, che si presume derivino da una forte attività iniziata intorno al 1850, quando la stella cominciò ad aumentare la sua luminosità sino alla sesta magnitudine. Ora ha una tendenza a rimanere un po' meno luminosa. La si individua a circa 3°,3 a nord est della .
TW (22h 01,7m; +28° 06'): è una variabile semiregolare rossa, col periodo sui 956 giorni; la variazione avviene tra 7,0 e 9,2.
 (21h 37,6m; +08° 57'): è Scheat ed è posta sull'angolo nord occidentale del quadrato. E' una variabile rossa irregolare, tra 2,1 e 3,0. E' una delle prime stelle di cui si potè misurare il diametro angolare, per mezzo dell'interferometro di Michelson applicato al telescopio di 2,5 metri di monte Wilson. Il valore risultò essere pari a 0",021 e dato che la sua distanza si stima sui 220 anni luce, il suo raggio è pari a circa 150 volte quello del Sole; le variazioni di luminosità indicano che esso oscilla continuamente.
R (23h 04,1 m; +10° 16'): è una variabile rossa, tra 6,9 e 13,5 in 378 giorni.


stelle variabili


Stella variabile
Una stella variabile è una stella la cui luminosità apparente cambia nel tempo. Esse possono presentare variazioni che vanno da pochi millesimi di magnitudine a venti magnitudini in periodi che vanno da frazioni di secondo ad anni[1]. La variazione può essere causata sia da un effettivo cambiamento nella luminosità emessa, sia da un cambiamento nel quantitativo di radiazione che raggiunge la Terra; di conseguenza, le stelle variabili si dividono in:
Variabili intrinseche la cui luminosità cambia realmente, per esempio a causa di cambiamenti nelle dimensioni dell'astro.
Variabili estrinseche il cui apparente cambiamento di luminosità è dovuto al diverso quantitativo di radiazione che raggiunge la Terra, per esempio a causa di una compagna che orbita intorno all'astro e che talvolta lo eclissa.
   

STORIA

La prima stella variabile ad essere riconosciuta come tale fu ο Ceti (poi chiamata Mira): nel 1638 Johannes Holwarda notò che essa variava la propria luminosità con un periodo di 11 mesi. La stella era stata precedentemente descritta come nova da David Fabricius nel 1596. La scoperta della variabilità di ο Ceti e le supernovae osservate nel 1572 e nel 1604 convinsero gli astronomi che il cielo stellato non fosse qualcosa di eternamente invariabile, come avevano creduto Aristotele e altri antichi filosofi, e contribuirono alla rivoluzione delle conoscenze astronomiche dei secoli XVI e XVII[3].
La seconda stella variabile a essere scoperta fu la variabile a eclisse Algol, osservata da Geminiano Montanari nel 1669; John Goodricke diede la corretta spiegazione della sua variabilità nel 1784. χ Cygni fu identificata come variabile da G. Kirch nel 1686, quindi fu la volta di R Hydrae nel 1704 per merito di G. D. Maraldi. Nel 1786 erano conosciute 12 variabili, fra cui δ Cephei e β Lyrae, scoperte da John Goodricke nel 1784. Dal 1850 il numero di variabili conosciute ha cominciato a crescere più rapidamente e il ritmo delle scoperte è ulteriormente aumentato dopo il 1890, quando cominciò ad essere possibile identificare le